Contro l’abusivismo nel trading online prende il via la task force congiunta della Consob con la Guardia di Finanza. L’iniziativa nasce per consolidare una collaborazione che ha già portato il regolatore di Borsa a ordinare l’oscuramento di 28 siti web che offrono abusivamente servizi finanziari (per lo più legati a criptovalute) dopo la segnalazione pervenuta dalla GdF. La Consob ha quindi deciso di proseguire e intensificare la collaborazione con un gruppo di lavoro congiunto dedicato alla lotta al trading abusivo. Indice degli argomenti • L’indagine sul trading abusivo: i 28 siti oscurati • La delicata regolamentazione delle criptovalute L’indagine sul trading abusivo: i 28 siti oscurati Nell’ambito di un’indagine ad ampio spettro la GdF ha individuato numerosi domini web mediante i quali erano offerti abusivamente servizi di trading su strumenti finanziari correlati, nella maggior parte dei casi, a criptovalute.
Leggi l'informativa sulla privacyDi seguito le 28 pagine/siti internet per i quali la Consob ha disposto l’oscuramento: Gate Technology Corp; EliteCrypto Trade; Maxbit; PrimeXbt Trading Services; Po Trade; AMarkets; Finmax; SimpleFx; Vantage Global; Ultimate-mining.co; Bitcoin Era e Absystem; Bitcoin Era, CryptoRobot, Sagatrade; Bitcoin-evolutionpro, Twingle Consulting; Bitcoin Up e Fxplanb; Binarium. Sale così a 593 il numero dei domini web complessivamente oscurati dalla Consob a partire da luglio 2019, da quando l’autorità è stata dotata del potere di ordinare l’oscuramento dei domini web degli intermediari finanziari abusivi.
La delicata regolamentazione delle criptovaluteIl presidente della Consob, Paolo Savona, ha affermato in un recente intervento che le criptovalute, integrate in ogni genere di contratti finanziari, “sono come la fenice: esistono, ma non sappiamo che aspetto hanno. Costruire un’economia con le criptovalute richiede di comprendere meglio questo complesso mondo finanziario”. È necessario “accettare che serve una nuova teoria economica integrata con le criptovalute”. Secondo Savona, “non sono i prodotti virtuali che debbono essere regolamentati per primi, ma piuttosto la loro localizzazione blockchain decentrata, che non è impenetrabile per tutte le criptovalute”. Inoltre, uno dei problemi da risolvere è l’identificazione degli “agenti” che dovranno essere regolamentati, dato che alcune piattaforme sostengono di non essere veri e propri intermediari ma facilitatori di transazioni attraverso le nuove tecnologie. “L’attuale legislazione, specie in Italia, lascia spazio a queste differenti interpretazioni, e sarebbe meglio disciplinare queste distinzioni”, ha affermato Savona, per porre fine a un “Far West della finanza e impedire che si estenda all’Europa“.
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