Lo sviluppatore di Bitcoin Peter Todd, che tutti credono Satoshi Nakamoto, si nasconde temendo molestie
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Aniello Raul Barone
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Last updated:
Ottobre 23, 2024 15:00 CEST
Da quando un documentario della HBO messo in onda l’8 ottobre lo ha identificato come Satoshi Nakamoto, lo sviluppatore del nucleo di Bitcoin, Peter Todd, afferma di dover affrontare continue molestie e sostiene che molte persone lo hanno contattato chiedendogli denaro.
Todd ha subito smentito le affermazioni del documentario della durata di due ore, nel quale viene indicato come il principale sospettato di essere la fantomatica figura di Satoshi Nakamoto, creatore di Bitcoin. Lo sviluppatore ha dichiarato alla BBC:
“Non sono Satoshi. Quando ho letto per la prima volta il whitepaper di Bitcoin, la mia reazione è stata: Accidenti! Avrei dovuto pensarci“.
In una recente intervista a Wired, Todd ha detto di essersi nascosto e ha affermato che Satoshi aveva valide ragioni per voler restare anonimo. In soli due giorni, infatti, lo sviluppatore avrebbe ricevuto 25 e-mail da un individuo che chiedeva aiuto per il rimborso di un prestito.
Peter Todd – Fonte: Archivio
Todd si aspetta che le molestie continuino per un po’. Tuttavia, la sua principale preoccupazione è la sicurezza personale, Todd afferma infatti di essersi allontanato da casa e aver scelto l’isolamento per paura di aggressioni da parte di potenziali criminali.
Peter Todd, sviluppatore di Bitcoin Core, dice che perseguire Satoshi è futile
Sono diverse le ragioni che indicano che Todd non è Nakamoto. Sebbene Todd abbia fatto notevoli passi avanti nel miglioramento di Bitcoin, in particolare per quanto riguarda la sicurezza e la scalabilità, il suo lavoro si concentra sul perfezionamento di un sistema già esistente.
Al contrario, il ruolo di Satoshi è stato quello di costruire la tecnologia di base di Bitcoin, introducendo idee innovative come la finanza decentralizzata e gli scambi trustless.
Ma lo sviluppatore sostiene che la ricerca fisica di Satoshi sia inutile.
Infatti, senza che il suo fondatore sia noto, Bitcoin ha prosperato grazie a un sistema basato sul merito, in cui le idee vengono discusse e approvate attraverso il consenso collettivo.
Todd ha spiegato che essere falsamente o anche correttamente identificati come Satoshi potrebbe esporre qualcuno a gravi rischi personali.
Inoltre, ha detto di ritenere che il regista del documentario abbia sfruttato l’accusa di essere Satoshi per scopi di marketing. In merito alla questione, Todd ha dichiarato:
“Aveva bisogno di un modo per attirare l’attenzione sul suo film”.
Le precedenti ipotesi sulla reale identità di Satoshi Nakamoto
Questo non è certo il primo tentativo di scoprire l’identità del creatore di Bitcoin. A partire dalla comparsa della prima criptovaluta fino a oggi, diversi personaggi sono stati indicati come Satoshi Nakamoto.
Il primo articolo del genere apparve nel 2014, su Newsweek. Nell’articolo, Satoshi era identificato nella persona di Dorian Nakamoto, un nippo-americano residente in California, ma la notizia venne ampiamente smentita.
Nel 2015, un’indagine effettuata da Wired e Gizmodo indicava l’informatico australiano Craig Wright. Quest’ultimo dichiarò effettivamente di essere Satoshi Nakamoto e mostrò anche alcune prove evidenti.
Le affermazioni di Wright, però, sono state ignorate dalla comunità di Bitcoin e sancite come false dall’Alta Corte del Regno Unito.
Anche il miliardario appassionato di tecnologia Elon Musk ha dovuto affrontare l’accusa di essere Satoshi Nakamoto, e in più di un’occasione ha negato di essere stato lui a ideare la criptovaluta leader del mercato.
Secondo gli esponenti più in vista della comunità di Bitcoin, il mistero sull’identità di Satoshi Nakamoto fa ormai parte integrante del fascino e del potere della criptovaluta leader. Uno dei principali sviluppatori di Bitcoin, Adam Back, prima della messa in onda del documentario HBO ha dichiarato su X:
“Nessuno conosce la reale identità di Satoshi Nakamoto, e questa è una buona cosa”.
no one knows who satoshi is. and that's a good thing.
— Adam Back (@adam3us) October 7, 2024
Perché l’identità di Satoshi Nakamoto resta avvolta nella segretezza
Fin dall’inizio, Nakamoto ha usato uno pseudonimo, interagendo online senza rivelare dettagli personali. Ma il mistero intorno alla sua identità persiste non soltanto a causa della deliberata segretezza, della complessità delle identità online e della genesi del progetto.
Si ritiene infatti che Nakamoto detenga una grande quantità di Bitcoin. Se avesse ancora il controllo del suo wallet Bitcoin, questo oggi avrebbe un valore di circa 69 miliardi di dollari. Di conseguenza, se Satoshi venisse identificato, diventerebbe automaticamente la ventesima persona più ricca al mondo.
Questa ricchezza potrebbe esporlo a cause legali, controlli fiscali o minacce personali, fornendo forti motivi per rimanere nascosto. Il timore di rischi legali, finanziari o di sicurezza probabilmente lo spinge a rimanere anonimo.