E-health, frenata degli investimenti in startup. Europa al palo

Nel primo trimestre 2022 i deal globali valgono 10,4 miliardi di dollari, in discesa del 36% su base trimestrale. Nel Vecchio Continente la flessione è del 19%. Stati Uniti in testa per valore delle operazioni e delle società innovative. In Asia corre l’India 20 Apr 2022 Patrizia Licata giornalista

Gli investimenti globali nelle startup del digital health sono diminuiti del 36% a 10,4 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2022 rispetto al quarto trimestre del 2021. Con 7,2 miliardi di dollari messi in campo dagli investitori in 329 operazioni, gli Stati Uniti restano il primo paese al mondo per finanziamenti alle società che sviluppano tecnologie per il settore medico e farmaceutico, ma con un calo trimestrale del 37%; in Europa sono stati investiti 946 milioni in 120 deal e la flessione trimestrale è più contenuta (-19%). È quanto rivela il report “State of digital health”, primo trimestre 2022, di Cb Insights. La flessione del valore degli investimenti si lega anche al dimezzamento delle maxi-operazioni, ovvero i round di finanziamento oltre i 100 milioni di dollari. I mega-deal per le startup del digital health hanno infatti totalizzato 4,4 miliardi di dollari, pari al 42% di tutti gli investimenti in digital health contro il 57% del quarto trimestre del 2021. Nell’ambito del digital health Cb Insights include le aziende dell’It per la salute, quelle della telemedicina e delle tecnologie per la ricerca clinica. Indice degli argomenti • I trend globali: 6 nuovi unicorni, tutti in America • I deal europei dell’e-health • Negli Usa cresce il valore delle società finanziate • I dati globali: il crollo dell’Asia I trend globali: 6 nuovi unicorni, tutti in America La flessione degli investimenti in e-health è generalizzata in tutte le regioni studiate (Usa, Canada, Asia e Europa) ma con un crollo per l’Asia (-55%). Anche altri settori hanno risentito di un calo dei finanziamenti rispetto al trimestre precedente, ma in misura minore rispetto alla salute digitale; per esempio, per il fintech la contrazione è del 18% e per le tecnologie rivolte al retail dell’11%. Resta molto attivo, pur se in contrazione, l’M&A: 138 accordi che confermano la tendenza del settore al consolidamento. Sono invece crollate le Ipo: una sola (in Asia) nel primo trimestre contro 23 nel quarto trimestre del 2021. Nessuna Spac contro le 6 del trimestre precedente. La decisione di rimandare le quotazioni si deve soprattutto ai risultati deludenti delle Ipo dello scorso anno. Infine, nel primo trimestre sei startup del digital health hanno raggiunto lo status di unicorni, con una valutazione complessiva di 9,5 miliardi di dollari. Sono meno della metà degli unicorni “nati” nell’ultimo trimestre del 2021 e hanno tutti sede in America, per l’esattezza 5 negli Stati Uniti e 1 in Cile. Si tratta di Somatus (valutata 2,5 miliardi di dollari), ConcertAi, Transcarent, Athelas, Betterfly, Omada Health. In totale nel mondo si contano 91 unicorni della salute digitale, di cui 63 negli Usa, 8 in Europa e 18 in Asia. La top ten degli unicorni con la valutazione più alta vede un dominio Usa con in cima Devoted Health (Usa, 12,6 miliardi), Tempus (Usa, 8,1 miliardi) e Caris Life Sciences (Usa, 7,8 miliardi). Il maggior unicorno europeo è la francese Doctolib (6,4 miliardi), sesta nella top ten, preceduta dalla cinese We Doctor (7 miliardi). I deal europei dell’e-health Nell’intero 2021 in Europa sono stati investiti 6,7 miliardi di dollari nelle società della salute digitale. Nel nostro continente la maggior parte degli investimenti continua a sostenere, anche nel primo trimestre 2022, lo sviluppo early-stage delle società tecnologiche della salute (76% di tutte le operazioni). I deal maggiori sono stati messi a segno dalla tedesca Patient21 (142 milioni di dollari, serie A) e dalla svizzera MindMaze (105 milioni, Serie C); seguono la francese Padoa (90 milioni, private equity) e la svizzera DistalMotion (90 milioni, Serie E). La Francia è il paese con più società del digital health finanziate nel primo trimestre, ma i maggiori investitori vengono dalla Germania e dal Regno Unito: al vertice c’è la tedesca Global founders capital con 7 deal, seguita dalle britanniche Hikma ventures, Mmc ventures e Seed capital, tutte con 4 deal ciascuna. Negli Usa cresce il valore delle società finanziate Negli Usa la metà dei finanziamenti del primo trimestre 2022 sono stati early-stage e le società early stage hanno visto aumentare mediamente la loro valutazione del 36%. Inoltre, in media, le società del digital health americane hanno accresciuto di 4,5 volte la loro valutazione nel primo trimestre 2022 rispetto al precedente round di finanziamento. Le operazioni più importanti sono stati i round per Somatus (325 milioni di dollari, Serie E), TigerConnect (300 milioni, private equity) e Freenome (290 milioni, Serie E). Sono 76 gli accordi di M&A, ma zero le Ipo contro 5 quotazioni nel quarto trimestre del 2021. I maggiori investitori per numero di operazioni sono stati General Catalyst (12 deal) e Gaingels (11), ma tra i big compare anche Google Ventures con 5 operazioni. Nell’intero 2021 negli Stati Uniti sono stati investiti oltre 48 miliardi di dollari nelle società tecnologiche della salute. I dati globali: il crollo dell’Asia In Asia nel primo trimestre del 2022 sono stati investiti 1,3 miliardi di dollari in 153 deal con società della salute digitale, pari a un calo del 55% rispetto al quarto trimestre del 2021. Il 64% dei capitali ha finanziato l’early-stage. Le società che hanno attratto i maggiori finanziamenti arrivano da India, Cina e Israele. Il maggior deal del primo trimestre è quello dell’indiana MediBuddy (125 milioni di dollari, Serie C), seguita dall’israeliana MeMed (93 milioni, Serie C) e dalla cinese SiBionics (79 milioni, Serie C). Il maggior investitore è l’indonesiana East ventures con 7 operazioni, seguito da investitori cinesi: Sequoia capital China (5), Qiming venture partners (4).

COMMENTO: molte startup fanno fumo e non arrosto. Per questo gli investitori cominciano a diventare genovesi ( noti risparmiatori..)

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