Criptovalute, come e perché la Sec sculaccerà Coinbase di Chiara Rossi

La Sec sta indagando su Coinbase su un programma di prestito che la società prevede di commercializzare e ha indicato che avrebbe citato in giudizio la società per l’offerta I regolatori statunitensi hanno lanciato un avvertimento alle criptovalute. La Securities and Exchange Commission (Sec) è pronta a citare in giudizio Coinbase, piattaforma di trading di criptovalute, se lancerà Lend. Quest’ultimo è programma di rendimento basato sulle crypto, considerato un prodotto azionario, che dovrebbe quindi sottostare a determinare regole. Il servizio intende offrire rendimenti annuali del 4% sui depositi della stablecoin Usdc. Il co-fondatore e ceo di Coinbase Brian Armstrong ha rivelato la controversia in una serie di tweet martedì scorso. Ha definito le azioni della Sec “imprecise” e “tattiche intimidatorie a porte chiuse” aggiungendo che altre società di criptovalute sono in grado di offrire servizi a Lend. Giornata difficile ieri anche per il titolo di Coinbase, che ha perso il 3,23%. Il titolo di Coinbase è sceso dopo che il prezzo del Bitcoin è crollato di quasi il 10% il giorno in cui è diventato a corso legale in El Salvador. Con un prezzo di 46.780 dollari, la capitalizzazione di mercato del Bitcoin si è ridotta a 883 miliardi di dollari, secondo i dati di CoinMarketCap.

Lo scorso 14 aprile l’exchange di criptovalute ha debuttato al Nasdaq, per una quotazione caratterizzata da una volatilità elevata. Tutti i dettagli. COSA STA SUCCEDENDO TRA COINBASE E LA SEC In un post sul blog della società Paul Grewal, Chief Legal Officer di Coinbase, ha svelato che la Sec ha emesso un avviso Wells e aperto un’indagine formale. Nella lettera, inviata una settimana fa, l’ente federale preposto alla vigilanza della borsa ha informato Coinbase che intende farle causa se lancerà, come previsto, il programma di rendimento basato sulle crypto Coinbase Lend. Coinbase — una delle più popolari piattaforme per acquistare, vendere e depositare criptovalute — ha accusato la Sec di comportarsi in modo “sospetto”. A CAUSA DEL PRODOTTO LEND Dunque la controversia tra Coinbase e la Sec è incentrata sul prodotto chiamato Lend. La società lo commercializza come un’alternativa ad alto rendimento ai tradizionali conti di risparmio. “Per Lend stiamo cercando di consentire ai clienti idonei di guadagnare interessi su asset selezionati su Coinbase, a partire da un rendimento percentuale annuo del 4% sull’USD Coin (USDC)”, si legge sul post scritto da Grewal. In sostanza, Coinbase intende effettuare prestiti in USD Coin a mutuatari verificati, consentendo a chi partecipa al programma di guadagnare il 4%. La società afferma che la criptovaluta che il singolo utente sceglie di dare in prestito è garantita da Coinbase. L’utente può continuare a inviare e vendere la propria criptovaluta senza ritardi e senza commissioni. IN CONCORRENZA CON COMPOUND E AAVE Con questo nuovo prodotto, Coinbase vuole competere con i popolari prodotti di finanza decentralizzata (DeFi), come Compound e Aave. LA POSIZIONE DI COINBASE L’amministratore delegato di Coinbase, Brian Armstrong, si è lanciato in un lungo attacco contro la Sec con un thread su Twitter di 21 post. Armstrong ha spiegato che Coinbase si è rivolta alla Sec all’inizio dell’anno per informarla del lancio del programma Coinbase Lend. Secondo quanto riportato dal Ceo di Coinbase, la Sec avrebbe risposto all’azienda che il programma di lending consiste in un prodotto azionario, minacciando di citare in giudizio la piattaforma se il servizio fosse stato lanciato. Secondo Armstrong, la Sec non avrebbe fornito alcuna “motivazione valida” per le sue conclusioni. Coinbase ha intanto comunicato che sospenderà il lancio del programma di lending almeno fino a ottobre. L’exchange di criptovalute ha detto di essersi impegnato in modo proattivo con la Sec sul programma Lend per quasi sei mesi, scambiando documenti con l’autorità e rispondendo alle domande che gli venivano sottoposte. “Siamo minacciati di azioni legali prima che una singola guida effettiva sia stata fornita all’industria — ha scritto su Twitter Armstrong- — La regolamentazione tramite contenzioso dovrebbe essere l’ultima risorsa per la Sec, non la prima”. LA STRETTA DEI REGOLATORI USA Infine, come ricorda il Financial Times i regolatori statunitensi si affrettano a tenere il passo con la crescita dell’industria delle criptovalute. La scorsa settimana Gary Gensler, presidente della Sec, ha invitato il Congresso Usa a concedere ai regolatori un’autorità più esplicita per monitorare gli scambi di criptovalute, citando la necessità di protezione degli investitori. Nel frattempo, Gensler ha esortato le piattaforme di trading di criptovalute a registrarsi presso la Sec poiché trattano titoli. In un discorso del 3 agosto, ha affermato di ritenere che le piattaforme di trading e prestito di criptovalute “implicano non solo le leggi sui titoli” ma “le leggi sulle materie prime e le leggi bancarie”.

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