Binance smentisce la notizia relativa ai 90 miliardi di dollari di scambi in crypto in Cina

Binance smentisce le affermazioni pubblicate dal Wall Street Journal, secondo cui l'exchange avrebbe condotto miliardi di dollari in attività correlate alle criptovalute in Cina, nonostante il divieto imposto dal Paese.

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Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Binance avrebbe proseguito le operazioni in Cina, nonostante il divieto imposto dal Paese sulle criptovalute, con transazioni mensili dal valore di miliardi di dollari. 
Il WSJ afferma che i suoi reporter, insieme a dipendenti attuali ed ex di Binance, abbiano visionato "dati interni", rivelando che gli utenti abbiano scambiato 90 miliardi di dollari in crypto asset in Cina durante un periodo di un mese.
Tuttavia, dopo l'emergere di queste dichiarazioni, l'exchange ha negato di condurre qualsiasi attività in Cina. In una dichiarazione rilasciata a Cointelegraph via e-mail, un rappresentante di Binance ha dichiarato:

"Il sito web Binance.com è bloccato in Cina e non è accessibile agli utenti con sede in Cina".

Cointelegraph ha richiesto ulteriori chiarimenti a Binance per verificare se stia esaminando le affermazioni contenute nel rapporto del WSJ e quali misure intenda adottare, se del caso.

Non è la prima volta che Binance viene accusata di mantenere legami con i clienti cinesi dopo che il Paese ha imposto il divieto nazionale nei confronti delle crypto. A marzo, i dipendenti di Binance avrebbero aiutato i clienti della Cina continentale a eludere i controlli Know Your Customer.

In tal caso, l'exchange non ha smentito le affermazioni, dichiarando invece di aver "preso provvedimenti" contro i dipendenti che "potrebbero aver violato" le sue politiche interne, tra cui "sollecitare indebitamente o fare raccomandazioni non consentite o non in linea con i nostri standard".

All'epoca, discutendo con Cointelegraph, un dipendente di Binance disse che la società avrebbe condotto "un'indagine interna" sui dipendenti accusati.

Nelle settimane successive è stato pubblicato un altro rapporto in cui si affermava che Binance continuava a mantenere il personale e le operazioni in Cina, nonostante avesse annunciato la sua chiusura nel 2017 dopo il bando iniziale.

La presenza residua di Binance comprenderebbe un ufficio ancora in uso a fine 2019, oltre ad un conto bancario cinese utilizzato per pagare i dipendenti.

Negli ultimi mesi, Binance ha dovuto affrontare turbolenze operative da parte delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo. A giugno le autorità belghe hanno richiesto a Binance di cessare tutti i servizi di valuta digitale nel Paese. 

Il 26 luglio, l'exchange di criptovalute ha ritirato la richiesta di licenza in Germania dopo aver ricevuto segnalazioni di rifiuto da parte dell'autorità di regolamentazione finanziaria tedesca.

Più di recente, il 2 agosto, Binance ha rilasciato un "no comment" in merito alle notizie che sostenevano che stesse pensando di chiudere la filiale negli Stati Uniti per proteggere le sue operazioni globali.

Nonostante le turbolenze dell'exchange, il 1° agosto ha lanciato le operazioni di trading in Giappone con un caloroso benvenuto da parte delle autorità finanziarie locali.
Traduzione a cura di Walter Rizzo

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